Successivamente al Covid-19, la digitalizzazione ha subito un incremento notevole: l’80% delle aziende usufruisce di servizi digitali.
Le organizzazioni si sono avvicinate a questo mondo, modernizzando e svecchiando i processi: le operazioni quotidiane, professionali o personali, sono ormai interamente affidate al mondo digitale.
La crescita del digitale funge ormai da supporto evidente per le semplici attività quotidiane, dall’altro lato, però, ha dei rischi a cui le persone vengono esposte.
Le operazioni digitali quotidiane, ad esempio firme elettroniche, PEC, archiviazione digitale, inglobano il concetto di Digital Trust.
L’era del Digital Trust implica il significato di fiducia del consumatore nelle capacità organizzative inerenti alla gestione e protezione dei propri dati, assicurando un servizio di qualità.
La digitalizzazione crescente deve però andare di pari passo con la sicurezza dei dati. La fidelizzazione del cliente necessita di certezza e sicurezza che i propri dati vengano conservati e trattati nel modo giusto.
La fiducia nel digitale comporta che le aziende, gli individui e i governi possano usufruire di un mondo digitale sicuro. Questa trasformazione investe tutti gli ambiti, cambia l’approccio al lavoro e accresce la capacità delle organizzazioni e delle persone di creare valore.
Il cliente affida i propri dati digitali a organizzazioni che, a loro volta, devono garantire la tutela di questi ultimi. Le aziende devono garantire che il processo di digitalizzazione avvenga in totale sicurezza e che rispetti le norme legali vigenti.
La fidelizzazione del cliente parte dalla fiducia nelle aziende di rispettare le norme e assicurare certezza e sicurezza dei dati.
È necessario che le organizzazioni abituino i dipendenti al concetto di Digital Trust e provino ad incrementarla. Promuovere questo concetto implica una maggiore produttività e fidelizzazione.
Le organizzazioni possono stimolare questo processo in diversi modi: